By Marco Alessandria on Sabato, 21 Ottobre 2017
Category: News

CEFALEE E APPROCCIO OSTEOPATICO-POSTURALE

Le cefalee (o mal di testa) hanno un'eziologia multifattoriale, cioè le cause sono molteplici ed il dolore percepito è causato dall'interessamento delle strutture sensibili che avvolgono il tessuto cerebrale, perché questo è privo di recettori del dolore. Ciò che determina il dolore sono le strutture intracraniche (come le meningi), extracraniche (come cuoio capelluto, fasce, muscoli e arterie) ed i nervi (il trigemino, il faciale, il glossofaringeo, il II ed il III nervo cervicale). Al di là della classificazione delle cefalee, che prevede oltre 200 tipologie di cefalee differenti, l'approccio osteopatico-posturale si basa su un concetto di funzione delle strutture che possono provocare la sintomatologia. Escludendo cause organiche riconosciute e diagnosticate (vedi tumori, aneurismi, meningiti, emorragie o altro), l'obiettivo di tale approccio, prevede il riconoscimento dell'alterazione della funzione delle strutture summenzionate attraverso la valutazione palpatoria del cranio e dell'asse cranio-sacrale e l'esecuzione di test posturali che indagano il coinvolgimento di occhi, mandibola e cervicale alta nel mantenimento della sintomatologia.

IL CRANIO E LA SUA VALUTAZIONE
Come già accennato in altri articoli, il cranio non è una struttura ferma ed immobile ma presenta una sua mobilità intrinseca che noi osteopati chiamiamo mec¬canismo respiratorio primario. Questo meccanismo si esprime attraverso un movimento pulsatorio che va da 8 a 12 cicli al minuto per tutto l'arco della vita ed è legato alla mobilità interossea. Le ipotesi della presenza di questo movimento sono molteplici, ma basta sapere che le ossa del cranio non sono reciprocamente saldate tra di loro, ma presentano delle articolazioni chiamate suture che, se bloccate, possono alterare la dinamica globale del cranio (vedi immagine). Le suture craniche, a seconda del grado di interdigitazione, dimostra¬no di avere una differente resistenza alla flessione e che, questa pro¬prietà meccanica, è inferiore al corpo dell'osso. Ciò vuol dire che sono in grado di sviluppare una maggiore flessibilità rispetto all'osso in sé. Il fatto interessante è che questa maggiore flessibilità gli consente di assorbire dal 16% al 100% in più (per unità di volume) dell'energia sviluppata da un impatto, rispetto all'osso (Jaslow, 1999). Sembrerebbe, inoltre, che l'applicazione di determinate tecniche mani¬polative sul cranio (come il Frontal lift, Parietal lift o la decompressione della base) inducano un relativo allungamento della falce cerebrale da 1.44 mm a 0,28 mm (Kostopoulos et al., 1992).
Nel 1993, Heise e Adams hanno dimostrato che le ossa del cranio si muovono se sottoposte a piccoli incrementi di variazione di volume intracranico e che l'applicazione di forze interne, o esterne a esso, pro¬duce movimenti laterali e di rotazione delle ossa parietali intorno alla sutura sagittale.
Risulta quindi evidente che il ripristino della fisiologica mobilità intrinseca mediante l'approccio manipolativo osteopatico, può essere determinante per un miglioramento o addirittura una soluzione delle cefalee.

LA VALUTAZIONE POSTURALE
Dal momento che le strutture coinvolte nelle cefalee sono diverse, è importante integrare la valutazione osteopatica con quella posturale perché consente di avere informazioni più dettagliate sul grado di coinvolgimento dei recettori occlusale, oculare e la componente cervico-craniale. Tra i test più specifici che dovrebbero essere eseguiti di routine si possono ricordare:
• La verticale di Barrè, che evidenzia l'organizzazione della verticale del soggetto rispetto alla verticale ottimale rappresentata dal filo a piombo;
• I test neuro-posturali di Romberg e Unterberger, che slatentizzano l'organizzazione riflessa della postura evidenziando la presenza di situazioni disfunzionali;
• I test oculari per il riconoscimento di difficoltà di convergenza ed eteroforie oculari, che consente di verificare alterazioni nelle funzioni della muscolatura extraoculare;
• Il test della bascula della linea bipupillare, che consente di verificare eventuali alterazioni di posizionamento del capo sulla cervicale.

LA TERAPIA
L'analisi e l'interpretazione di tutte le informazioni emerse, permette di sviluppare un intervento terapeutico coerente ed efficace. L'intervento terapeutico può prevedere l'approccio osteopatico manipolativo insieme ad accorgimenti di natura alimentare o di salute posturale, quest'ultimo raggiungibile attraverso l'esecuzione di esercizi specifici.
L'obiettivo primario è quello di rendere negativi i test posturali che hanno evidenziato delle positività. Questo consente di raggiungere una condizione di equilibrio di funzione tra i recettori posturali: capita spesso che già questa situazione possa produrre un cambiamento della sintomatologia. Il raggiungimento di questo obiettivo rappresenta il necessario substrato per poter intervenire in maniera incisiva sulle strutture craniche responsabili del dolore. L'approccio osteopatico prevede il ripristino della fisiologica mobilità del cranio attraverso manovre sulla volta cranica, base cranica e cervicale alta. A causa della continuità anatomica che collega il cranio con la colonna, il bacino, il torace, il diaframma e gli organi viscerali, non è infrequente dover intervenire anche su queste strutture per rendere efficace e duraturo il miglioramento sintomatico. La durata del percorso terapeutico è molto soggettiva perché la risposta all'intervento manipolativo varia da soggetto a soggetto: è possibile essere più precisi su quest'aspetto mettendo insieme le informazioni sull'evoluzione del sintomo raccolte durante i colloqui svolti all'inizio di ogni incontro ed i riscontri palpatori e posturali che verranno confrontati con quelli della prima seduta. La distanza tra gli incontri è di circa 7/10 giorni per le prime sedute. Man mano che le correzioni effettuate cominciano a stabilizzarsi e la sintomatologia riferita in anamnesi è in via di miglioramento, gli incontri vengono allontanati per valutare il mantenimento delle correzioni nel tempo e la stabilità del miglioramento.


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